Prima di entrare nel dettaglio dei moderni codici 2D, vale la pena dire che i loro predecessori sono stati i codici seriali alfanumerici, utilizzati per decenni poiché molto semplici e facilmente leggibili.
I primi codici a barre furono introdotti negli anni ‘40 e sono ancora applicati su moltissimi prodotti al dettaglio. Dato che possono essere letti automaticamente, riducono i tempi di checkout e il rischio di errori e hanno rappresentato una vera rivoluzione per i piccoli e grandi produttori del secolo scorso.
Nonostante ciò, dagli anni ‘80 sorse il problema relativo alla mole di informazioni da codificare poiché i codici a barre possono contenere solo un numero limitato di dati. Per ovviare questo problema vennero introdotti sul mercato i codici bidimensionali che spesso eliminano anche la necessità di utilizzare database esterni separati.
Il codice DataMatrix è un codice a due dimensioni, che si presenta di solito in bianco e nero in forma rettangolare o quadrata. È un codice che può contenere una grande quantità di informazioni nonostante le sue ridottissime dimensioni: attraverso di esso possiamo sapere di che materiale è fatto l’oggetto, chi lo ha fatto, dove è stato realizzato, quando, da quale azienda e le sue dimensioni precise. Leggendo questo codice da un prodotto possiamo conoscerne quindi tutti i dettagli, evitare la contraffazione e ottimizzare il processo di produzione, attraverso un controllo preciso ed efficace.
L’altro grande vantaggio del codice DataMatrix è la sua versatilità, ovvero la possibilità di applicarlo a qualsiasi prodotto tra cui: veicoli aerospaziali, strumenti medici, componenti elettroniche e soprattutto nel settore automotive.
Il codice a barre, che tutti conosciamo, è costituito da linee chiare e scure che rappresentano lettere, numeri o la combinazione di questi due elementi. Generalmente è accompagnato da un codice numerico (EAN) e si trova su qualsiasi prodotto presente sul mercato. Nonostante sia efficace per articoli e beni di consumo, questo codice non è sufficiente a tracciare e identificare un prodotto più complesso. È per questo che dopo circa trent’anni dall’introduzione sul mercato del barcode nasce il codice DataMatrix, che possiamo definire il nipote o la terza generazione del codice a barre.
La differenza più rilevante tra i due è che quest’ultimo è un codice analogico, il che vuol dire che per leggere le informazioni che contiene deve essere di una certa dimensione e fisicamente perfetto, sia in termini di contrasto sia nel posizionamento degli elementi.
Al contrario del codice a barre, il codice DataMatrix è digitale, molto più semplice da leggere e difficile da danneggiare grazie alle sue dimensioni ridotte (solitamente tra i 5 e i 10mm).
Per quanto riguarda invece il codice DataMatrix, questo può comprendere fino a 4.296 caratteri alfanumerici, ha una capacità di correzione degli errori del 33% e può racchiudere un grande volume di informazioni in uno spazio ridottissimo. Per questo motivo è la soluzione ideale per i sistemi di tracciamento e di alimentazione di database per impieghi professionali. Anche l’alta leggibilità rende i codici DataMatrix più adeguati alle applicazioni industriali di vari settori e soddisfa anche i produttori più esigenti.
Un altro dato interessante che riguarda il QRcode è che questo è spesso applicato al packaging del prodotto, per cui, una volta scartata la confezione, le informazioni vanno perdute.
I codici DM vengono invece applicati direttamente al prodotto, in zone d’ombra, in modo tale da conservare le informazioni utili senza compromettere il design e l’estetica.
Una piccola curiosità che accomuna questi due codici è che entrambi necessitano di un margine bianco di contorno, che è definito quiet zone, il quale garantisce la corretta lettura e interpretazione dei dati presenti.
In conclusione quindi, possiamo dire che i vantaggi del codice DataMatrix sono:
Una volta compresi gli enormi vantaggi del codice DataMatrix, dobbiamo capire come è possibile applicarlo sui nostri prodotti. Il sistema migliore per farlo è indubbiamente la marcatura laser, sia perché si può applicare su moltissimi materiali (come plastica, metalli e legno), sia perché consente di creare codici con un’estrema versatilità di caratteri ASCII e simboli, modificabili direttamente dall’interno del software.
Il marcatore laser permette inoltre di inserire il codice anche ad una certa profondità sull’oggetto, così da renderlo più duraturo e permetterci di tenere sempre sotto controllo il nostro prodotto.
> AUTOMAZIONE
In una grande produzione industriale è necessario che i processi siano integrati per risparmiare sia in termini di tempo sia di costi. I sistemi di marcatura laser sono realizzati apposta per essere integrati e configurati in base alla catena di produzione, connessi ai software e altamente dinamici.
> RESISTENZA
La marcatura laser è indelebile e quasi impossibile da danneggiare. Questo è fondamentale se dobbiamo ricavare informazioni su un prodotto danneggiato o dopo un lungo lasso di tempo.
> DINAMICITÀ DEI DATI
Con un processo automatizzato, siamo in grado di monitorare i dati costantemente, in modo da acquisire le informazioni necessarie per implementare la produzione o apportare modifiche necessarie per la fase successiva
> DIMENSIONE
Lo spot del laser è di dimensioni ridottissime, il che vuol dire può marcare anche parti difficilmente raggiungibili del prodotto, senza comprometterne l’estetica e il design.
> RIDUZIONE DEI COSTI
Rispetto ad altri sistemi per la tracciabilità, la marcatura laser è quello economicamente più vantaggioso, in quanto non presenta spese di manutenzione e nessun costo di smaltimento di materiali di scarto.
> QUALITÀ
La marcatura laser garantisce altissima precisione anche con dettagli geometrici complessi e, al termine del processo, il materiale viene pulito per garantire un risultato perfetto.
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