La superficie sciolta si espande creando dei solchi profondi fino a 80 micron, si altera la rugosità del materiale e si crea un contrasto bianco e, in dipendenza dei parametri laser utilizzati. Più avanti andremo a vedere in modo specifico da cosa dipende il colore bianco e nero della marcatura. Analizziamo nello specifico i 3 step mediante i quali la marcatura ha effetto.
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La superficie del materiale riflette la maggior parte dell’energia dell’impulso del laser, mentre la restante parte viene assorbita e convertita in calore. Affinché si realizzi la marcatura, il materiale necessita di tanta energia quanta ne serve per farlo sciogliere, meno quindi di quanto ne servirebbe per farlo evaporare come nell’incisione.
Appena l’energia si trasforma in calore, la temperatura del materiale aumenta fino a che raggiunge il suo punto di fusione. A quel punto, la superficie si riscalda e diventa malleabile, permettendo alla sua forma di cambiare.
Per un laser allo stato solido che emette una lunghezza d’onda di 1064 nm, l’alluminio ne assorbe ≈5%, l’acciaio più del ≈30%. Da questo ultimo dato viene da pensare che sia quindi più facile marcare l’acciaio, ma non è così, dobbiamo considerare altre proprietà fisiche, incluso il punto di fusione.
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Marcatura Bianca
Marcatura Nera
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